Categoria "Varie"

Workshop con Dario Milano

Dario Milano

Ci è voluto qualche giorno prima che riuscissi a scrivere questo post. In un solo week-end ho accumulato così tante informazioni, idee, emozioni  da aver bisogno di elaborarle prima di metterle per iscritto.

Credo che partecipare ad un workshop di Dario Milano fosse scritto nel mio destino. Dario è un bravissimo fotografo italiano trasferitosi da diversi anni a Sydney.
Se mi seguite da un pò, vi ricorderete che lo scorso anno anche io ho vissuto a Sydney. E’ stato proprio durante le mie ultime settimane in Australia che l’ho scopreto. Trovai per caso il suo sito e vidi che organizzava corsi di food photography, ma all’epoca la mancanza di una macchina fotografica adatta e i preparativi per il rientro non mi permisero di partecipare.  E’ servito lo zampino di Juls per far si che alla fine il mio destino si realizzasse! E’ stata lei infatti ad organizzare questo workshop e per questo la ringrazio, perchè ha dato a tutti noi l’opportunità di imparare da un vero professionista. Il mio quadernino fitto di appunti è uno degli oggetti che d’ora in poi conserverò più gelosamente. Oltre a quelli, poi, restano impressi nella mente i gesti, la cura nei dettagli, l’attenzione a quei particolari che occhi non allenati non sono abituati a vedere.

esperimenti di luce

Il workshop è stato anche un’occasione per conoscere nuove persone, alcune blogger come me, altre no, ma tutte con lo stesso interesse per la fotografia.  Tra di voi ho respirato entusiasmo, passione, voglia di fare e di mettersi in gioco, di imparare e migliorarsi, sensazionioni  anche queste che ho fatto mie e portato a casa con me.

Insomma, è stata un’esperienza intensa, piena e stimolante, proprio come desideravo che fosse!
Ma un rimpianto, devo ammetterlo, ce l’ho…aver scattato mille foto alla torta di mele di Juls e alla fine non averne assaggiato neanche un boccone!!

torta di mele

Speciale picnic: ricette e checklist

Ebbene, il conto alla rovescia è cominciato…il lunedì di Pasquetta  si avvicina e come avrete intuito ho pensato ad un post speciale per l’occasione. Di ricette ne ho già pubblicate diverse, qui troverete una raccolta che spero vi dia qualche idea utile per il vostro menù.  In aggiunta alla raccolta, ho preparato anche un promemoria per aiutarvi nell’organizzazione del vostro picnic. Basta scorrere il post e troverete la “Picnic Checklist” in formato pdf da poter scaricare e stampare! Non vi anticipo niente…andate a sbirciare di persona 😉

speciale picnic

 

Ricette salate

Frittata di spaghetti

Zucchine in carpione

Prosciutto e melone…nel panino

Sandwich di pollo alla marocchina con patate

Muffins salati al formaggio

Patate duchessa

Polpettone di tonno

Tortine con cipolla caramellata e feta

Brisè con zucchine, speck e mozzarella

Pomodori ripieni di riso

Wraps con zucca, erbette, salsiccia e parmigiano

Zucca marinata

Danubio

Zucchine ripiene

 

Ricette Dolci

Plumcake soffice

Chocolate pistachio kisses

Muffins alle mele e spezie

Chocolate crinkles

Cake carote e zenzero

Muffins al cioccolato

Torta di mele e yogurt

Torta morbida al cioccolato

Torta al cioccolato bianco e noci macadamia

Biscotti integrali

 

Scarica qui la Picnic Checklist!

Le mie Identità Golose

Eccomi qua, di ritorno da Milano, soddisfatta e felice di aver partecipato ad un evento così importante.  Come avevo scritto qualche post fa, è stata la prima volta non solo ad Identità Golose, ma ad un congresso di cucina in generale. Avevo provato nei giorni precedenti ad immaginare come sarebbe stato, ma la mia immaginazione non era andata molto lontano. Per fortuna, aggiungerei. Si, per fortuna, perché così è stato tutto una bellissima sorpresa.

Sono arrivata in punta di piedi, senza la presunzione di sentirmi davvero parte di quel mondo, nonostante il braccialetto al mio polso dicesse “stampa”, ma si sa che giornalista non sono. Per questo sono ancora più grata ad Elisa, che mi ha contattata, e in generale a chi ha deciso di estendere l’invito  a noi food-bloggers. Penso di non sbagliare nel dire che ci avete fatto un grande regalo.

Non pensavo che partecipare ad un congresso sarebbe potuto essere così stancante. Forse perchè si ha quella foga di vedere tutto, di fare attenzione ad ogni particolare, di carpire ed incamerare ogni informazione, ma inevitabilmente tante, troppe cose si perdono. Quando ti trovi lì, con un fitto programma in mano, a dover scegliere chi seguire e chi abbandonare, sei presa dall’irrefrenabile desiderio di poterti sdoppiare o triplicare.

E così, fin dal primo giorno, ho dovuto scegliere. Tre sale, tre temi diversi, tanti grandi chef. E’ doveroso che io premetta una cosa. Forse potrà sembrare assurdo a qualcuno, ma devo ammettere tutta la mia ignoranza in fatto di “chef”. Fino ad ora non ne conoscevo nessuno, anzi, solo UNO (su di lui tornerò dopo). Ora, grazie ad Identità Golose, mi sento un pelino più ferrata in materia.

 

Dunque, tornando alle scelte, il primo giorno ho deciso di buttarmi sulla pasticceria. Non avrei potuto fare diversamente, chi mi conosce lo sa che i dolci sono la mia grande passione. Vedere all’opera Simone Padoan, Giuseppe Rambaldi e Marion Lichtle e carpire i loro trucchi è stato illuminante. Ho talmente apprezzato che spero di riuscire a riproporre presto su I Love Cooking qualcuna delle loro dolci creazioni. Vedremo se il tempo e la mia abilità me lo permetteranno.

Il secondo giorno è stato all’insegna della birra (Moretti, uno degli sponsor dell’evento). Devo dire che non sono riuscita a seguire tutti gli interventi, nel mentre infatti c’era anche LUI, ma sono stata abbastanza fortunata da assistere alla “conferenza” di Marco Stabile (n.d.r. Ora d’aria – Firenze) e assaggiare la sua ricetta, premiata in seguito come miglior ricetta con la birra. Le sue proposte sono state audaci. Servire una tartare di manzo piemontese e le animelle con miele e birra ad un’intera platea di persone, potrebbe sembrare azzardato. Nonostante io non ami la carne cruda (mai mangiata una tartare prima) e ricorra sempre ad un menu’ di riserva se mia mamma mette in tavola animelle, trippa e interiora di ogni tipo, ho detto “no, questa roba qui l’assaggio!”. E meno male! La tartare è stata una scoperta entusiasmante. Una carne tenerissima, tagliata non troppo minuziosamente, per “farsi masticare”, marinata nella birra bionda e guarnita, non a caso, con bastoncini di pera cruda. Il sapore della birra era delicato ma chiaramente percepibile, dava alla carne una marcia in più. La pera non aggiunge nulla in sapore, ma ho scoperto che aiuta a digerire, e serve con la carne cruda che di per se è poco digeribile. Non sono rimasta sorpresa nello scoprire, poi, che questa è stata la ricetta vincitrice del premio.

Ho assaggiato anche le animelle. Anch’esse marinate nella birra, cotte in sottovuoto, tagliate a fette e “impanate” in una granella di nocciole e poi accompagnate da guanciale toscano e qualcos’altro che ora mi sfugge. Il sapore era molto gradevole, la consistenza però mi ha fatto ricordare prepotentemente cosa stavo masticando. Ho gradito, comunque.

Prima di parlare di LUI, faccio un piccolo salto avanti, al terzo ed ultimo giorno. Chi mi conosce bene sa anche che io amo la Sicilia, mi viene l’acquolina in bocca al solo pensare agli arancini (o alle arancine?) e sono ghiotta di supplì – la versione laziale (forse originaria proprio di Roma) delle palline di riso fritte. Potevo quindi mancare all’appuntamento con Accursio Capraro (n.d.r. La Gazza Ladra – Modica) dedicato al “mondo degli arancini” ? Ovviamente, no. Sono due le ricette che Capraro ci ha proposto, ma una è stata a rubarmi il cuore, tanto che la prima cosa che ho pensato è stata “quest’estate vado a Modica a mangiarne altri cento!”. Si perchè il suo arancino rivisitato è stato qualcosa di strepitoso, un trionfo, una prelibatezza, una goduria. Questo grande chef è riuscito a ricreare la panatura dell’arancino fritto senza effettivamente fare l’arancino. Ha realizzato (seguendo un procedimento che detto da lui sembra semplice, ma per me è difficilissimo!) una crosta “cupolosa”, croccante e dal sapore molto simile a quella della panatura dell’arancino. Ha nel frattempo cucinato il riso (una varietà di riso integrale, l’ ermes), l’ha condito con un ragù di frutti di mare (sgusciati a crudo!!) e l’ha mantecato con una crema di pistacchi di Bronte. Ha poi impiattato il riso, aggiunto un pezzetto di caglio di pecora (per dare una nota acidula) e ha coperto il tutto con il guscio di panatura. Credetemi sulla parola, è stato qualcosa di fenomenale.

max b copy

Max Bottura è LUI. L’unico chef che io conoscessi prima di approdare ad Identità Golose. Lo conoscevo non perchè è il più grande chef del mondo, così decretato poprio nei giorni scorsi, ma per puro caso.

Io non sono modenese, ma a Modena ho trascorso gran parte degli ultimi anni per via dell’università. Tante volte sono passata davanti al suo ristorante, mi sono fermata, ho sbirciato dentro per vedere che posto fosse, per poi correre a lezione. Una sera, senza neanche rendermi conto di dove stessi mettendo piede, ho varcato la soglia dell’Osteria pensando di poter avere una cena tranquilla nel locale, ma lo trovai pieno. Qualche tempo dopo, sfogliando la guida del Gambero Rosso, vidi che l’Osteria era riportata nella guida e poi, chiedendo in giro, scoprii Massimo Bottura. Da quel momento in poi decisi che un ristorante così tanto prestigioso non poteva essere alla portata di una studentessa squattrinata. Era il mio primo anno di università, da allora ne sono passati 5 e in quei 5 anni non ho mai più messo piede nell’Osteria Francescana, nonostante ne restassi sempre incuriosita. Grazie ad Identità Golose sono riuscita finalmente a vedere Max Bottura all’opera, ho visto lo chef, il creativo, lo sperimentatore, lo scenziato e il poeta. L’incorntro con Bottura per me è stato simbolico; tra poco più di venti giorni smetterò i panni della studentessa e saluterò Modena, e l’impressione che mi resta è quella di aver chiuso un cerchio…mi ci è voluto un po’, ma alla fine ci sono arrivata.